Casbah a Marrakech: un viaggio tra spezie, pietra e fumo d’incenso

Casbah a Marrakech: un viaggio tra spezie, pietra e fumo d’incenso

Casbah a Marrakech: un viaggio tra spezie, pietra e fumo d’incenso

C’è un momento, quando atterri a Marrakech, in cui l’aria ti abbraccia prima ancora che tu metta piede a terra. Non è un’aria qualsiasi. È un vortice caldo di polvere, ambra, menta, pelle e sole. È come se il tempo rallentasse e ti accogliesse in una danza antica, fatta di odori, sguardi e luci dorate. In questo viaggio, ho portato con me Casbah di Robert Piguet, decisa a capire se davvero potesse evocare l’anima profonda di questa città marocchina.

Il profumo come bussola

Casbah non è un profumo qualunque. È un orientale speziato che promette di trasportarti in un riad nascosto, tra tappeti stesi al sole e lanterne tremolanti. Le sue note di testa aprono con angelica pungente e pepe nero, quasi a rievocare il primo impatto con i souk: intenso, disorientante, magnetico. Cammini tra spezie, tessuti e voci intrecciate — e lì, tra una porta in legno intagliato e un venditore di henné, Casbah ti accompagna come una colonna sonora invisibile.

L’eco dell’incenso

Nel cuore del profumo si svela l’incenso, autentico protagonista. E mentre mi perdevo tra le sale silenziose della Medersa Ben Youssef, dove il tempo sembra fermarsi tra marmo e geometrie sacre, sentivo quella scia profonda, sacra, quasi mistica. È lo stesso sentore che aleggia nei cortili antichi della città, tra i muri che custodiscono preghiere, amori, sussurri.

Casbah non urla. Casbah sussurra. Come Marrakech nelle sue ore più belle, quelle del tramonto sul tetto di un riad, dove l’aria si fa morbida e l’orizzonte si tinge d’ocra.

Una sinestesia marocchina

Passeggiando nel Giardino Majorelle, immersa nel blu che Yves Saint Laurent chiamava “il più bello del mondo”, ho chiuso gli occhi. Casbah era lì: non solo nel mio polso, ma ovunque. Le sue note finali di vetiver e tabacco rievocavano il calore della terra sotto i piedi, il fumo che esce dalle cucine nascoste, il tempo lento del tè alla menta.

È stata una sinestesia perfetta. Il viaggio e il profumo si sono fusi in un'unica esperienza sensoriale: olfatto, vista, cuore.


Conclusione: Marrakech è Casbah?

Casbah non è un souvenir. È un portale. Non si limita a ricordare Marrakech — la interpreta. Ne cattura la spiritualità, la sensualità ruvida, il mistero che si nasconde dietro ogni arco e ogni tessuto. Indossarlo dopo essere stata là è come accendere una lanterna: basta un soffio, e la città ritorna, intera.

E tu? Hai mai trovato un profumo che raccontasse un viaggio meglio delle parole?


🧳 Viaggio: Marrakech, Marocco
🌬️ Profumo del viaggio: Casbah – Robert Piguet
📍 Note olfattive: Angelica, Pepe nero, Incenso, Vetiver, Tabacco
📷 Reel Instagram: Guarda il reel qui https://www.instagram.com/reel/C_N1_u6tj-s/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

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